La consacrazione secolare, come ogni altra forma di vita consacrata  impegna la persona a vivere i Consigli evangelici di castità nel celibato, obbedienza e povertà.

Ma che cosa sono i consigli evangelici e che senso ha oggi per un uomo o una donna viverli? Sulla scia delle Beatitudini (Mt. 5, 3 – 12), i consigli evangelici costituiscono una modalità concreta attraverso cui la Chiesa ritiene possibile la sequela a Cristo e la piena  realizzazione della persona che è invitata ad aprirsi all’amore verso il Padre, i fratelli, il creato. A partire dalle Beatitudini e dalla loro prospettiva umanizzante  è allora possibile cogliere il senso vero e profondo di ogni consiglio evangelico:

–  la castità spinge l’individuo verso l’armonia tra corpo e spirito così che il corpo sia espressione dei valori più profondi che la persona ha scelto di vivere. Esiste una castità matrimoniale dove  l’unione fisica va a completare la comunione spirituale tra due persone; allo stesso modo si può parlare di castità nel fidanzamento, nello stato vedovile ecc. perché in ogni stato di vita la persona esprime col proprio corpo e la propri affettività, la chiamata ad amare e a donarsi all’altro.

La castità vissuta nel celibato per il Regno è espressione della realtà interiore di una persona che orienta e impegna tutte le potenze del suo essere fisiche, affettive, intellettuali verso la realizzazione del progetto d’amore universale del Padre, cioè la costruzione del Regno.

Così sintetizza Paolo VI, rivolgendosi agli Istituti Secolari,  il senso della castità per il regno: “la vostra castità testimonia al mondo che si può amare con il disinteresse e l’inesauribilità che attinge dal cuore di Dio e che ci si può dedicare gioiosamente a tutti senza legarci a nessuno, avendo cura soprattutto dei più abbandonati”.

– vivere l’obbedienza è vivere il proprio rapporto col Padre rendendosi disponibili a ricercare e a realizzare ciò che è a Lui gradito. Il cristiano si pone alla sequela di Cristo e come Cristo si fa attento a capire ciò che il Padre desidera. L’obbedienza vissuta nella consacrazione secolare implica una ricerca continua  delle modalità e degli strumenti che permettono di essere parte attiva nella costruzione del Regno e questi strumenti sono principalmente la continua formazione, il confronto con la Parola di Dio e la voce della Chiesa, l’attenzione ai segni dei tempi, l’apertura del cuore ai bisogni del mondo e dei fratelli nelle piccole e grandi realtà della vita.

E’ sempre Paolo VI che sintetizza il senso dell’obbedienza per gli Istituti Secolari con queste parole: “la vostra obbedienza è l’espressione della vostra disponibilità al Padre che riconoscete presente nelle diverse circostanze della vita, e testimonia al mondo che si può essere felici restando pienamente disponibili alla volontà di Dio”.

– vivere la povertà vuol dire vivere la dimensione della condivisione, della solidarietà e della sobrietà. E’ un educarsi alla capacità di riconoscere il valore reale di ogni cosa, con atteggiamenti che siano segno di una relazione rispettosa e positiva con i beni della terra, superando i richiami del consumismo, dell’interesse, dell’utilitarismo.

La povertà evangelica richiede alla persona di crescere nel distacco e di lasciarsi interpellare da ogni forma di povertà  che affligge uomini considerati fratelli, con i medesimi diritti e le medesime esigenze materiali e spirituali.

Anna, MdI – Insegnante