Pubblichiamo due poesie di Germana Sommaruga, Il mio ultimo volo e Solitudine, da cui traspare tutta la capacità di questa donna di cogliere dentro di sè umanità e precarietà del suo essere…e Dio è li ad attenderla povera, piccola ed inutile come un piccolo passero, nella logica di una secolarità consacrata che non predente visibilità ma si spende fino all’ultimo per ricercare l’Assoluto nella realtà della vita…
Il mio ultimo volo
Non ti chiedo
per l’ultimo volo
ali
che planino solenni
nel cielo
– ali d’aquila-.
Non
il volo innocente
d’una colomba.
Nè quello d’un gabbiano
che s’inabissa
nell’azzurro.
Ti chiedo
le piccole ali che frullano
d’un passero qualunque.
Qualunque.
Inutile.
Soltanto un passero.
O, forse,
le ali sottili
di una rondine
In croce.
Solitudine
Amo la solitudine:
l’amo nell’alto
d’una cima in silenzio
o presso l’abisso in cui scroscia un torrente
o dove la sorgente
mormora e piange.
Nel sole
meridiano
in ampie distese di frumento
biondo – e i papaveri sono fuoco –
nelle notti di stelle profonde
cupe
Ma più l’amo in me
quando dolora l’anima
e si strazia
e si torce
e si erge
e s’accascia
e in silenzio, Dio, ti presenta il Suo pianto
e T’adora